20 anni di storia

ManifestoDocce

La storia

Il Servizio è iniziato nel 1999, per l’iniziativa del nostro parroco Maurizio Fagnani, segno concreto della partecipazione attiva della nostra Parrocchia alla “Missione Cittadina”, indetta dal Papa Giovanni Paolo II, per preparare i romani al Giubileo del 2000.

Venne aperta una sottoscrizione tra i parrocchiani che ha permesso la realizzazione di nuova una costruzione di circa mq 20 dedicata al Servizio Docce, situata nella parte adiacente il giardino della canonica, a confine con il campetto dell’oratorio. La costruzione ha 2 ingressi e si compone di 2 locali per le docce, 2 bagni e una parte centrale che termina in un mini locale dove ci sono gli indumenti.

Ad aiutare e a fianco di Padre Maurizio sono stati Paola Puccetti nostra attiva parrocchiana, Emilio Ronchini ex dirigente dell’Ufficio Postale del Vaticano e coordinatore della mensa Caritas di Primavalle e Lina delle Suore Missionarie-Saveriane. Qualcuno di loro non c’è più (per la verità solo Lina che è ancora viva, si è ritirata, ottuagenaria, a Parma presso le consorelle).

La “Forza” che i fondatori hanno impresso all’iniziativa ha fatto si che il “Servizio Docce”, da allora, non si fermasse più (… ormai sono 20 anni), sia pure con altri volontari e altri parroci che si sono, via via, avvicendati dopo Padre Maurizio: Padre Claudio, Padre Paolo, Padre Giovanni e, oggi, Padre Domie.

Lo scopo del Servizio è quello di aiutare i cosidetti “Senza Fissa Dimora” (SFD), persone che non hanno un posto dove dormire, mangiare …, persone di ogni nazionalità, che vivono per strada per bisogno, per motivi familiari, di lavoro, per diverso orientamento politico, per disagi psichici ….e per tanti motivi ancora, ma di certo non per scelta. Talvolta dalle persone che non ne hanno esperienza diretta si sente dire in modo un po’ superficiale “…. a questa gente piace vivere così!….piace stare per strada…”. Conoscendo invece queste persone e familiarizzando con loro, negli anni, ci siamo accorti che non è affatto così, e non si può “archiviare” sbrigativamente con una frase del genere quella che è invece una vera e propria occasione di “Carità”. A nessuno sfugge quanto sia più piacevole dormire su un caldo letto con un morbido cuscino piuttosto che su un freddo marciapiede sopra un cartone o sulle panche di un pronto soccorso di ospedale… e quanto sia più gustoso servirsi ad una tavola imbandita con un buon pasto caldo preparato e servito, piuttosto che “rubare” avanzi rovistati dal cassonetto.

Questo nostro prossimo, che si trova oggi a vivere nel disagio, per i più svariati motivi, ha ora bisogno di una doccia calda, di indumenti puliti, di un taglio di capelli, di una colazione e di fare due chiacchiere con qualcuno che gli è vicino.

Perciò ogni sabato mattina è attivo il Servizio Docce della nostra Parrocchia di S.Francesco (da 20 anni), che cerca di dare risposte alle necessità di “cose“, ma soprattutto di “persone” ai “senza fissa dimora”; viene prestato ogni sabato mattina, a partire dalle ore 8,00, attivo tutto l’anno, con esclusione, attualmente, dei mesi di luglio ed agosto (in passato, anche settembre e sino alla festa di S.Francesco).

Nei primi anni il Servizio prevedeva soltanto la doccia, la consegna di indumenti intimi nuovi (maglietta mutande e calzini) e vestiti usati e una colazione (all’inizio fredda e poi con una macchina da caffè) per un numero max di 15 ospiti, terminati i quali (di solito verso le 11,30), chiudeva (oggi ci sono più di 30 persone a sabato e il servizio è sino e oltre le 13,00).

Gli ospiti che vi accedevano venivano registrati, sia su schede personali (nelle quali venivano anche annotati i capi di vestiario consegnati), sia su una scheda del giorno (che comprendeva tutte le presenze del sabato), senza che fosse indispensabile l’esibizione di un documento di identità personale.

Il servizio si svolge dietro il campetto parrocchiale, condotto da un gruppo di parrocchiani: un responsabile, una Vincenziana, un amico del Don Orione, una Saveriana e 2 signore dell’Azione Cattolica e del Centro d’Ascolto (sempre sotto la supervisione del Parroco). Gli operatori si alternano, secondo un calendario fissato, per dare accoglienza e “servire” mediamente 25-30 “ospiti” ogni sabato.

Le presenze totali annue sono state (dati degli ultimi anni):

1999 –> ………………..

……. –> ………………..

2011 –> 726 presenze

2012 –> 861 presenze

2013 –> 1055 presenze

2014 –> 1115 presenze

2015 –> 1.023 presenze

2016 –> 1.138 presenze

2017 –> 1.130 presenze

2018 –> 1.052 presenze

In totale, negli anni, di ininterrotto funzionamento, abbiamo avuto circa 18.000 presenze (20 anni x 900 presenze medie/anno), cercando sempre di dare risposte ai “Senza Fissa Dimora”, non solo per le loro necessità di “cose” (doccia, colazione, taglio dei capelli, vestiti…), ma soprattutto per quella di “persone”, di contatto umano fraterno, di Carità e di Misericordia (fare la Carità con Amore).

IL SERVIZIO DOCCE DELLA PARROCCHIA S.FRANCESCO È RIPORTATO, DA SEMPRE, NELLA GUIDA DI SOPRAVVIVENZA PER I SFD “DOVE” EDITO DALLA S.EGIDIO.

L’attuale uscita medio/annua di bilancio è di circa € 5.000, indispensabili per l’acquisto della biancheria intima, che viene acquistata e fornita nuova agli ospiti: maglietta, calzini e mutande (circa 4€ ad ospite moltiplicati per 1200 attuali presenze medie annue). A tale costo si aggiunge quello per lo shampoo, la varecchina, i rasoi “usa e getta”, carta igienica, guanti in lattice ed altro. Quest’anno abbiamo però anche provveduto alla sostituzione della caldaia, “stanca” dopo quasi 20 anni di servizio.

Le risorse in denaro, in passato, provenivano dalle offerte del SETEM (Padre Claudio), da quelle non trascurabili del gruppo dell’”Azione Cattolica”, dalle offerte dei parrocchiani attraverso una domenica di sensibilizzazione per il nostro servizio, e, gli ultimi 3 anni, da quelle di SE Elemosiniere di Sua Santità.

Le funzioni di cassiere e anche di “rifornitore” delle necessità del servizio (indumenti, ecc.), sono state svolte i primi anni da Emilio, quindi da Massimo, poi sostituito da Tina e oggi, da Monica.

Tutto il gruppo è però attivo per provvedere alle necessità del sabato.

Il Servizio oggi

Con gli anni, crescendo in esperienza e conoscenza della carità verso gli ospiti, ci è sembrato che quanto facevamo, così come inizialmente impostato (non più di 15 persone, ecc…), fosse più una “palestra di carità”, ad uso dei parrocchiani operatori (che adattavano l’attività alle proprie esigenze personali, per orari e disponibilità…), piuttosto che un reale servizio a disposizione del prossimo.

Perciò abbiamo completamente ribaltato l’angolo visuale e ci siamo voluti mettere effettivamente a disposizione degli altri, modificando alcune regole originarie del servizio e facendo alcune aggiunte:

• Non più il dimensionamento del servizio in base ad un numero determinato di persone (max 15), come originariamente stabilito, ma per un tempo fisso (5 h), da dedicare completamente all’attività (dalle 8.00 alle 13.00 di ogni sabato), a prescindere dal numero degli ospiti.

• Servizio di accoglienza con colazioni varie, gestito dalle signore dell’Azione Cattolica, viste dagli ospiti quasi come mamme, che non si arrabbiano mai, che ascoltano le difficoltà che gli ospiti spontaneamente ci raccontano, continuando sempre a dare caffè, latte e brioche sino ad esaurimento, senza far caso a quante volte è stato dato, servendo con lo stesso amore, pazienza e ascolto di una mamma. Al servizio si sono aggiunte anche signore del “Centro d’Ascolto” con esperienza pluriennale nell’ascolto degli ultimi.

• Pausa estiva limitata soltanto dal 1/7 al 31/8 e non sino al 1/9 (dopo la festa di S. Francesco), come originariamente, sempre a testimoniare la natura di servizio dell’attività svolta.

• Collaborazione con il Don Orione che ci “presta” un valido operatore (Gianluca), modello ed esempio di vita per gli ospiti.

• Istituzione di un pranzo per tutti gli ospiti, ad inizio estate, una grande festa mangereccia,. Anche qui abbiamo voluto testimoniare e instaurare una atmosfera di amicizia, senza alcuna limitazione con file ticket e limitazioni nelle portate offerte, come per altre mense. L’incontro conviviale è esteso a tutti gli operatori parrocchiani, alla “Mater Dei”, a “Stella Mattutina” (Don Simone), al Gruppo SFD, e a tutti gli ospiti del Don Orione.

• Precedenza alle donne – fatto questo inizialmente “maldigerito” dagli ospiti maschili rumeni, albanesi e polacchi che non sono abituati a queste accortezze nei loro paesi di origine, anzi…) – come segno di rispetto verso l’altro sesso, caratteristica peculiare di noi italiani.

• Introduzione di un servizio di taglio capelli, barba e ascolto (proprio come dal barbiere….).

• Collaborazione con gli altri centri di accoglienza (Parrocchia Mater Dei e Nostra Signora di Guadalupe)

• collaborazione con il Gruppo SFD del CSM di Ponte Milvio coordinato dal Dott. Riefolo e rapporti con Villa M.Pia, SOS, S.Egidio e Suore Santa Teresa. Compiti e contatti con le persone seguite dal Gruppo anche dopo l’intervento.

• collaborazione S.Filippo Reparto SPDC (malattie mentali) per viste e taglio di capelli.

L’impegno dei volontari del Servizio, limitato alla sola giornata del sabato, dovuto ad evidenti motivi di disponibilità di tempo (impegni di lavoro), ci è sembrato una goccia d’acqua nel mare dei bisogni degli ospiti. Tuttavia sulla questione siamo stati rassicurati e confortati dagli ospiti stessi ai quali avevamo posto la domanda se questo servizio, così parziale – per quanto detto sopra –, avesse per loro una qualche utilità. Tutti ci hanno risposto che lo era e che una doccia calda, degli indumenti puliti e la presenza delle “mamme” dell’Azione Cattolica era per loro di grande conforto: così siamo andati avanti, cercando sempre di dare agli ospiti più accoglienza che “cose”. Quindi nessun limite al numero degli ospiti, solo un limite di orari (ma spesso siamo andati ben oltre…) nessuna rigidità sul tempo della doccia (come facciamo anche noi a casa nostra…) nessun limite alle colazioni (come quando si è a casa propria). Abbiamo formato un calendario con turni che prevedesse la presenza di più persone possibili, perché riteniamo che il compito principale sia l’ascolto e per seguirlo possiamo essere temporaneamente sottratti dall’attività in essere, e sostituiti da un altro operatore, se disponibile. L’ascolto di un dire spontaneo, mai forzato, da parte degli ospiti, che sentono la presenza di “persone”, di amici (molti al di fuori del servizio li incontriamo per strada e ci fanno grandi saluti) che ascoltano con misericordia: fare carità con il cuore, con la partecipazione interiore. Negli anni abbiamo capito che il volontario si trasforma, da apparente attore principale della Carità, a ricettore lui stesso, dell’umanità e dell’amore dell’umile e dell’ultimo. Gli ospiti serviti, persone diverse, per lingua, per cultura, per vissuto … tutti ci hanno lasciato qualcosa. Ne approfittiamo…ed è per questo, che al nostro servizio partecipano, come operatori, anche persone che hanno più bisogno urgente di questo travaso di Amore, in momenti particolari del “viaggio” della loro vita. Il rapporto tra operatore e ospite è di osmosi nelle due direzioni: non è possibile conoscere chi riceve e chi dà.

Inconsapevolmente ci siamo comportati secondo quello che poi, successivamente, abbiamo riscontrato essere il pensiero guida di Mons. Di Liegro “Il povero ha più bisogno di persone che di cose”. Noi non lo conoscevamo ancora, lo abbiamo scoperto successivamente, ma ci siamo sempre comportati così.

Ma anche tutto questo ci è sembrato sempre poco, perché, comunque, passato il sabato, gli ospiti ritornavano alla loro vita di strada (il più delle volte) con gli stessi problemi di sempre, di lavoro, di soldi, di alloggio, quasi sempre accompagnati da disagio o addirittura patologie psichiche (non è dato sapere se conseguenza del vivere per “strada” oppure se origine della scelta di essere SFD). In proposito ci ha aiutato una esperienza che abbiamo avuto con un ospite SFD con gravi disagi psichici (viveva da anni seminudo nel bosco di Monte Mario nutrendosi di rifiuti) che, con l’aiuto del dr. Riefolo del CSM di Ponte Milvio e con quello dei disabili del Don Orione (Gianluca &C.) siamo riusciti a riportare a casa. Abbiamo “lasciato le 99 pecore…e, abbiamo riportato quella smarrita nell’ovile”, almeno sino ad ora, e sino a che Iddio vorrà..

Formati da questa esperienza abbiamo stretto “alleanza” con il CSM di Ponte Milvio che ci aveva aiutati, firmando un Protocollo di Intesa “di mutuo soccorso” per i SFD. Abbiamo pure “scoperto” l’enorme aiuto che ci aveva dato un disabile del Don Orione, Gianluca, per la riuscita della nostra opera: la sua amicizia con l’ospite è stata decisiva per il recupero di quest’ultimo. Il mettere in parallelo due disabilità, una irreversibile e l’altra, grave, ma comunque curabile, ha dato svolta psicologica risolutiva per l’accettazione e superamento della propria condizione dei SFD.

Perciò abbiamo voluto l’aiuto di Gianluca per le docce sin dal 2013 dando così agli ospiti la disponibilità di un’altra “persona” (non cose…) e che persona!. Viene sempre, ogni sabato, puntualmente a servire disabili diversi da lui e testimoniare, con il servizio, il suo amore e attaccamento alla vita, e gli ospiti se ne accorgono….la scoperta di quale grande risorsa siano gli ospiti del Don Orione, che conoscevamo anche prima, ma li guardavamo sotto un altro aspetto, più di compassione che di risorsa preziosa. Il gruppo del Don Orione si è poi allargato con Michelangelo, che fa parte del coro, con Valerio ed Emanuele.

Abbiamo anche capito che non possiamo pretendere di far vivere ai SFD una vita ad immagine dei nostri schemi (epilogo come nelle fiabe che prevede lo sposare la principessa “e…vissero felici e contenti…”). No, non dobbiamo ragionare con i nostri stereotipi! Dobbiamo individuare quello che è un possibile obiettivo, “a breve scadenza”… rimettere sui binari della scelta i SFD, concedere una ulteriore “chance” di scelta libera nella vita: è questo secondo noi l’obiettivo da perseguire per ciascuno di loro attraverso l’ascolto discreto e l’individuazione di un progetto dedicato a breve, media scadenza, per ogni singolo ospite. A questo scopo bisognerebbe concordare insieme – anche con gli psichiatri del CSM – un percorso, diverso per ciascuno, per arrivare di nuovo al traguardo della “scelta libera”. L’aiuto, attraverso il protocollo di intesa, è reciproco: noi delle docce costituiamo per il CSM una tappa riabilitativa per SFD che hanno subito ricoveri psichiatrici (S. Filippo, Villa M. Pia, ecc.): lo abbiamo già fatto per John, Joseph, ed altri. Anzi si potrebbe ipotizzare di fare un servizio per il reparto internati del S. Filippo (anche lì gli ospiti avrebbero molto bisogno di “persone”…).